Sunday, November 4, 2018

Marcotraffico

Oh oh catch that buzz
Love is the drugs I'm thinking of
Oh oh can't you see
Love is the drug for me
Love is the Drug

Roxy Music

[...]

Nel sistema delle Nazioni unite esiste un ufficio interamente dedicato al controllo delle droghe e del crimine. Ha sede a Vienna e le sue varie divisioni, come quella sulle armi atomiche o quella che hanno a che fare con l'industrializzazione del globo, sono situate nella cosiddetta UNOCity - un'orribile costruzione grigia e arancione sulla riva sinistra del Danubio che ricorda i film di 007 degli anni Settanta. Una volta l'anno i 54 paesi membri della Commissione ONU sulle droghe (CND) si riuniscono in seduta plenaria per valutare possibili azioni congiunte volte a garantire la piena applicazione delle tre Convenzioni internazionali sulle droghe. La CND dipende dall'ECOSOC; lo status consultivo del Partito Radicale consentiva quindi di partecipare ai lavori della Commissione di Vienna. Per motivi logistici, la rappresentante del Partito Radicale alla CND di Vienna era Marina Szikora, che viveva a Budapest.

Poco dopo l'arrivo di Arlacchi alle Nazioni unite, Marco Cappato mi raggiunse all’ufficio di New York del Partito Radicale. Nel 1996 l'Assemblea generale ONU aveva finalmente accolto l'offerta dell'Italia di ospitare una conferenza diplomatica di plenipotenziari per definire e adottare lo statuto di quella che sarebbe diventata la Corte penale internazionale. L'offerta italiana era una delle eredità del contratto elettorale tra i Radicali e Forza Italia del 1994 e la conferenza diplomatica si sarebbe tenuta a Roma per cinque settimane tra giugno e luglio del 1998. L'associazione radicale Non c'è Pace senza Giustizia aveva ottenuto un significativo finanziamento dall'Open Society Institute di George Soros e dall'Unione europea per organizzare una serie di conferenze per accompagnare la stesura finale dello statuto della Corte. In base agli accordi, l’ufficio di New York del Partito Radicale sarebbe diventato la principale sede di lavoro per il coordinamento degli incontri in tutto il mondo.

Per un intero anno con Cappato ci spostammo da New York verso Washington, Atlanta, Bruxelles e Dakar per dar seguito a quei finanziamenti ma, al contempo, non ci facemmo mancare altri side project, o come si dice in inglese pet project - “capricci” -, tra questi c’era evitare che il Partito Radicale rimanesse fuori dal lavoro della Commissione droghe dell'ONU. Il motivi principale di questo ulteriore impegno era la convocazione di una sessione speciale dell'Assemblea Generale, UNGASS, interamente dedicata alle sostanze stupefacenti e che si sarebbe tenuta agli inizi di giugno del 1998 a Palazzo di Vetro a dieci anni dopo l’adozione della convenzione contro il traffico illecito di droghe e sostanze psicotrope.

Pino Arlacchi era il vice-segretario generale delle Nazioni unite a cui era stato affidato il compito di preparare quella sessione speciale e di far in modo che la società civile, le organizzazioni non-governative, potesse "contribuire" al dibattito. L’ordine del giorno dell’UNGASS non era particolarmente innovativo, ma il contesto generale si presentava stimolante, in quel periodo infatti il maggiore produttore di oppio per eroina era l’Afghanistan dove continuava da anni un conflitto armato interno e dove da qualche tempo un gruppo di talebani - dal persiano ṭālibān studenti - controllava due terzi del paese imponendo un Islam sunnita estremista e violento.

Dall'autunno del 1997, nella capitale austriaca furono convocati diversi comitati di preparatori, detti PrepCom, per definire i dettagli dell'agenda della sessione speciale e per identificare le priorità d’azione. Dopo un semestre di confronto con gli Stati membri e le altre agenzie coinvolte nel “controllo internazionale delle droghe”, Arlacchi decise che la principale proposta da avanzare in plenaria dovesse essere, nientepopodimenoché, la cancellazione di tutte le droghe dalla faccia della terra con un doppio piano quinquennale!

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